Tipologicamente e stilisticamente, l'opera appartiene a una serie di vedute degli anni Ottanta dipinte in formato oblungo, in cui l’inserimento di qualche figura nella natura rigogliosa trasmette l’immagine di un paradiso terrestre a misura d'uomo. Un altro esempio della serie, confrontabile non solo per il suo sapore idilliaco, ma anche per l’organizzazione compositiva a fasce orizzontali, è Paesaggio con cavalieri (G. Cellini, Giovanni Costa, Bergamo 1919, tav. 22). Forse raffigura Costa stesso con l’allieva Francesca Drage: “... col cavallo di Pellegro siamo stati un giorno al Gombo, ed abbiamo dato principio ciascuno a un bozzetto. Il tempo era bellissimo, la pineta pareva creata per dar convegno ai Numi; ma quanto eravamo piccoli noi col cavallo di Pellegro! E il pennellino in mano!” (lettera George Howard databile al novembre 1890, Castle Howard Archives). Il commento sintetizza anche l'essenza di Paesaggio nelle vicinanze del mare: un paesaggi moderno, sorretto da un sapore arcaico e strutturato col rigore di Poussin. |