10.
Le paludi pontine
o La primavera (1885 ca.)
Olio su tavola, 26x59,5 cm
Firmato in basso a destra in rosso: G. Costa
Provenienza
Wm. G. Murray Smith, Londra. Mrs. Reginald Smith. Christie’s Londra, 29 luglio 1929, n. 79 (acquistato da de Clemente). E. Cecchi – G. Miranda, La Raccolta del Duca di San Donato di Napoli, Milano Galleria Pesaro, marzo 1930, p. 22, tav. CXI, n. 148. E. Somaré, Collezione Roberto Soria, Milano Galleria Scopinich, 12-19 maggio 1931, n. 55, tav. XXIV. Renato Tassi, Livorno (da etichetta e firma sul retro). Collezione privata.
Esposizioni
A Collection of Works by the late Professor Giovanni Costa, Londra Royal Society of Painters in Watercolours, 1904, n. 91 (In the Pontine Marshes - lent by Mrs. Murray Smith).
Movimenti pittorici italiani dell'Ottocento. Macchiaioli toscani e Scuola napoletana, Roma Galleria Giosi, 31 gennaio–13 febbraio 1965, p. 5, n. 11.
Grandi maestri dell’Ottocento, Milano Galleria S. Ambrogio, 7-30 aprile 1970, n. 13.
Arte in transizione 1885-1930. Pittura italiana da alcune collezioni lombarde, Tortona Fondazione Cassa di Risparmio, 1 novembre 2008-15 marzo 2009, pp. 18-19, n. 1, ripr.
Da Corot ai macchiaioli al simbolismo. Nino Costa e il paesaggio dell’anima, Castiglioncello Centro per l’arte Diego Martelli, 19 luglio-1 novembre 2009, pp. 230-231, n. 65, ripr.
Una foto del dipinto è conservata presso l’Archivio Somarè al Castello Sforzesco di Milano.

Per quanto contrario alla pittura da mestierante e alle mode pittoriche, Costa non fu indifferente all’attrazione commerciale di soggetti italiani di consolidata notorietà. Parte della sua produzione, dagli scorci di Capri e della Campagna romana alle “caratteristiche” teste femminili, fu senz’altro guidata dalle richieste di acquirenti stranieri in visita in Italia. Tuttavia, in uno spirito di sincera ricerca, il pittore rappresentò anche paesaggi di non sempre facile identificazione, intesi a cogliere il sentimento dal vero, senza badare a esercizi puramente topografici. Così si presenta questa veduta delle paludi pontine che, come risulta da alcune etichette manoscritte sul retro, fu acquistata, direttamente dall’artista, nel 1885 probabilmente dal celebre editore vittoriano George Murray Smith, perché fu prestato alla retrospettiva londinese del 1904 da Mrs G. Murray Smith, quando l’editore era deceduto già da tre anni. Costa concepiva l’alba e il tramonto come momenti di forte valenza simbolica: il giorno che nasce o muore si estende a significare tutta la nostra esistenza spirituale. Le lunghe ombre chiare, insieme a una precisazione di motivi lontani che solo l’aria tersa poteva permettere, inducono a ritenere che si tratti di un effetto d’alba, quando le nostre aspettattive per la giornata sorgono insieme al sole. L’attenzione alla diversificazione del fogliame e l’accanimento ruskiniano nella rappresentazione dei fiori, rispecchiano la fede dell’artista nella capacità della natura di trasmettere emozioni particolari.