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1.
Capanne di pescatori sulla spiaggia (1853)
Olio su cartone applicato su tela, 17x52 cm
Firmato in basso a sinistra in rosso: G.Costa
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Provenienza |
Somerset Beaumont (1904). Leslie Brooke (1921). Lord Brooke of Cumnor (1974). Sotheby’s Londra, 6 marzo 1974, n. 97 (A fishing village on the Italian coast). I maestri dell’800, Milano Bottega dei Macchiaioli, 14 febbraio-30 marzo 1974. Pittori dell’800 a Palazzo Strozzi, XIV Biennale dell’Antiquariato, Firenze Palazzo Strozzi, 21 settembre-13 ottobre 1985 ripr. (Galleria Conti). Collezione privata. |
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Esposizioni |
A Collection of Works by the late Professor Giovanni Costa, Londra Royal Society of Painters in Watercolours, 1904, n. 16 (Huts on the Sea-coast).
Esposizione delle opere di Nino Costa, Roma Governatorato, luglio-ottobre 1927, sala II, n.19, tav. XXXI (proprietà L.Leslie Brooke).
Il contesto dannunziano, Milano Galleria Milano, dicembre 1981-febbraio 1982, p.33, ripr.,p.52.
Nino Costa ed i suoi amici inglesi, Milano Circolo della Stampa, 4-20 maggio 1982, n. 5, ripr.
Nino Costa, Torino Galleria Narciso, 2-31 ottobre1982, n.4, ripr.
Nino Costa, Piacenza Galleria Il Gotico, 6 novembre 1982, n.4, ripr. |
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Letteratura |
D. Angeli, Nino Costa (Esposizione in Campidoglio luglio – ottobre 1927), in “Campidolium”, Roma anno III, n. 8, novembre 1927, p. 399, ripr.
G. Cellini, Giovanni Costa, Bergamo 1933, tav. 4.
Catalogo Bolaffi della pittura Italiana dell’800, Torino 1974, p. 116, ripr.
Bolaffi. Catalogo della pittura italiana dell’Ottocento. N.11, Milano 1982, p.65, ripr.
B. Cinelli, Il Naturalismo e la pittura dei campi, in “Pittori e pittura dell’Ottocento italiano”, Novara 1997-99, vol. 3, pp. 38-39, ripr.
F. Arisi – A.Baboni, Stefano Bruzzi 1835-1911. Catalogo ragionato, Piacenza 2000, p. 22, n. 17, ripr. |
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Dal catalogo della mostra londinese del 1904 si capisce che il dipinto, a differenza di quanto riferito nel catalogo della mostra milanese del 1982, in origine fu acquistato da Somerset Beaumont, cognato del Rev. Stopford Augustus Brooke e suo consigliere.
L'opera è probabilmente da identificarsi con Capanne presso San Felice Circeo, che Francesco Sapori annovera tra quelle che Costa eseguì sul litorale romano attorno al 1853 (F. Sapori, I Maestri di Terracina, Roma 1954, p.9). Benché non si possa escludere una rielaborazione successiva, secondo l'abitudine dell'artista, l'impostazione generale e la qualità speciale della luce, resa più spiccata dalla recente pulitura, sono senz'altro rimaste inalterate. I muli che si accoppiano in fondo sulla destra, la donna col bambino sull'uscio della capanna, un motivo che si ritrova altrove in mostra (disegno n.1, dipinto n.14), nonché la luce del sole nascente, sono temi che sottolineano l'essenza simbolica della visione panteista di Costa, fin da giovane. Tecnicamente, la materia grumosa imbevuta della luce diffusa sembra avvertire la vicinanza di Décamps, peraltro celebrato all'Esposizione Universale di Parigi del 1855: il confronto non sfuggì alla critica d'epoca (cfr. Notes by George Fleming on a collection of pictures by Professor G.Costa, Fine Art Society Londra 1882, p.6).
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