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Nel 150° anniversario dell'Unità sono spuntate da più parti in Italia mostre a tema. Questa su Costa potrebbe trarre la sua giustificazione, qualora ce ne fosse bisogno, dal proverbiale contributo dell’artista a questo risultato storico. Se l'Italia risorgimentale può vantare un vero pittore-soldato questo, a giudicare dai suoi stessi coloriti racconti, non può che essere Nino Costa, artista dal profilo eroico che ha più volte deposto il pennello per imbracciare il fucile. Ma il vero motivo è un altro.
Il 2009 ha visto finalmente realizzarsi un'ampia esposizione delle opere di Costa, allargata a molte figure di contorno, tra artisti di riferimento e compagni di viaggio. Allestita a Castiglioncello con grande impegno da Stefania Frezzotti e Francesca Dini, la manifestazione 1 ha consentito la rilettura dei molteplici aspetti della sua opera e ha precisato il suo rapporto con alcuni movimenti artistici in Italia e all’estero – dai Macchiaioli alla Scuola Etrusca, dai Preraffaelliti al Simbolismo dannunziano di fine secolo.
E’ sembrato opportuno aggiungere diverse informazioni, allora escluse per motivi di spazio o emerse nel frattempo. Il ritrovamento di nuovo materiale ha favorito un riesame del lavoro di Costa, un artista perennemente incline a rimettere mano alle sue opere per molti anni. Questa sua abitudine, tra l’altro, conferisce un tono ironico alla sua nota frase: “Per me un quadro non è una pagina, ma un volume in cui ogni pagina è scritta in trasparenza”. E’ un “vizio” che rende ardua la catalogazione e al tempo stesso sottolinea come il suo lavoro non sia mai legato a periodi specifici, ma esprima un credo artistico di coerente continuità. Tuttavia, sia i dipinti sia i disegni sono catalogati in un ravveduto ordine cronologico, nel tentativo di dare maggior significato all’opera dell’artista, per molti versi ancora in via di una precisa definizione.
La piccola rassegna è composta di quattordici dipinti, dei quali solo due già esposti nel 2009, e venticinque disegni, in parte inediti ma tutti scientificamente restaurati per garantirne la conservazione, messi in stretta relazione con la pittura. Per la prima volta sono esposte insieme le due versioni del celebre dipinto Dormono di giorno per pescare la notte, corredate da un disegno preparatorio. Sono pubblicate in catalogo, poi, una quindicina di lettere, alcune delle quali destinate a Cecilia (1869-1947), terzogenita di George e Rosalind Howard 2. Le altre sono indirizzate a Giovanni Fattori e si riferiscono al suo soggiorno a Roma nel 1883, in occasione dell'Esposizione Nazionale. Si rinnova così, sostanzialmente, il profilo di un affascinante e poliedrico personaggio, che tanto peso ha avuto sulla cultura italiana e anglosassone del XIX secolo.
Anche una mostra piccola, per essere allestita seriamente, richiede la collaborazione di persone professionalmente qualificate e disposte a favorirne il buon esito. Devo ringraziare in particolare alcune vecchie e nuove conoscenze, che hanno contribuito molto in vari modi, tra cui: Silvio Azzali, Sandra Berresford, Alison Brisby, Francesca Dini, Ferdinando Donzelli, Angelo Enrico, Carlo Giacobone, Luca Lualdi, Alberto Marri, Giuliano Matteucci, Christopher Newall e Arnika Schmidt. La mostra non sarebbe stata possibile senza i prestiti generosi di alcuni collezionisti, che hanno preferito restare anonimi.
Ho attinto preziose informazioni negli Archivi di Castle Howard, per cui porgo un doveroso ringraziamento all’Hon.Simon Howard, e ho utilizzato nelle note biografiche degli appunti gentilmente comunicati anni fa da Angela Emanuel, scomparsa prematuramente nel 1988, che mi piace ricordare in quest’occasione.
Un cenno di riconoscenza a Giuliano Vaschini per la cura di diversi dipinti e a Elena Allodi per la conservazione e il restauro di tutti i disegni. Alla pazienza e alla capacità di Alfonso Galasi devo la presentazione grafica del catalogo, e ad Alberto Grassi l’assistenza nell’allestimento.
Infine, un grazie a Roberta Medici e Cinzia Tommasini per la collaborazione nella redazione del catalogo.
Paul Nicholls |
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