12.
Lettera di Nino Costa a Cecilia Howard

30 luglio 1889
Firenze Torre al Prato
Serpiolle
30 Luglio 1889
Carissima Cecilia
Siamo molto consolati per le migliori notizie del caro Geoffrey 1; credo che il suo spirito e buon umore lo avrà molto ajutato nella dura prova.
Una notizia più triste non poteva giungere di quella che ci metteva al giorno della disgrazia del fanciullo amico che conoscevamo ed amavamo fin dai primi giorni di sua felice esistenza e poi sappiamo immaginare il dolore dei nostri più cari amici al mondo; ed ora non ti faccia specie se ci riempie di gioja il sapere che l’angelo rivede la luce.
E quanto sono fiero che tu mi chiami Maestro tuo.
Dunque posso sperare che lavoreremo ancora insieme con entusiasmo sotto la gran volta del tempio; e che tu unirai la tua voce limpida alla mia bassa e tremolante nell’innalzare un inno alla natura.
Ho fatto un giro in vittura (una vittura a quindici Lire al giorno con due cavalli!)
Io , la Francesca, e Giorgina.
Orvieto, Foligno, Spello, Assisi, Perugia, Città di Castello, Borgo S.Sepolcro, Arezzo Firenze. Ossia Alunno e tutta la scuola umbra. Cimabue e i toscani. Un giro tra il Paradiso terrestre ed il celeste; e poi siamo caduti in questa buca di Serpiolle: un villino, tra due monti senza carattere alla sponda di un torrente secco e ciottoloso, vigne con alberi mozzi e piccoli neri abeti e figurarsi ho preso alla ceca(sic) questa casa fino a tutto 7bre – nel dolore penso di mettere insieme qui il quadro – Frate Francesco e Sorella Morte (la lettera riporta un piccolo schizzo del dipinto).
Scusami l’impudenza se currenti calamo, ti mostro una primissima idea. Il sole sarà caduto sotto al monte della Verna un nero bosco nel secondo piano l’erba sulla quale è passata la Morte incoronata di cipresso sarà arsa S.Francesco nel passare un rivo la vede e corre ad abbracciare la sorella – prato fiorito ai piedi di Francesco. Tutto ciò tra noi etruschi.
Mi slarga il respiro il sentire che Papà Mastro Giorgio lavora con cuore; è segno che tutto va meglio.
Un saluto di cuore al Prof.Carlo, ed auguri di forza e perfetta sanità a Maria.
Ti ringrazio della tua cara letterina, Mastro Corbetto non solo è contento di tenere i miei quadri ma anche me ne ha collocato uno molto bene; io lo vedrò quest’Ottobre a Bocca d’Arno. Ti prego dei nostri più grandi amori al Babbo e alla Mamma per parte nostra e della Francesca. Un bacio a Geoffrey stai sana e perdonami la confidenza d’Artista.
Tuo Affmo Mastro Gianni
1. Geoffrey William Algernon (1877-1935), settimogenito di George e Rosalind. Da una lettera di Costa a George Howard del 2 agosto 1889 (Castle Howard Archives), si desume che, per motivi non spiegati, Geoffrey abbia perso un occhio.