15.
Lettera di Nino Costa a Giovanni Fattori
scritta da altra mano, probabilmente Rosalinda Costa

2 ottobre 1902
Caro vecchio, sempre giovane! 1
Io sono in uno stato di debolezza estrema che non mi permette neppure di scriverti di mia mano. La tua epistola però mi ha risollevato alquanto con le memorie delle antiche lotte fatte per amor dell’arte, per il vero e per la libertà. Beato te, che conservando tutte intere le forze, resti sempre sulla breccia, mantenendo con i giovani, il contatto dei gomiti! Contatto che, credo, sia più utile pei vecchi, se hanno spirito, che per i giovani. E se ci vanno innanzi, non dobbiamo inquietarci! Anzi, cercare di seguirli e dirigerli nella loro corsa, con la nostra esperienza del passato. Io lavoro per due ore al giorno con pennelli dalle aste lunghe, col più grande amore, e con la vista presbite e col fiato grosso. Sto facendo un quadro “Il toro bandito che sorte dalla Macchia della Fajola” 2. Purtroppo non ci potremo vedere in Roma, poiché io resterò qui tutto l’Ottobre. Posso sperare di vederti qui? Mi fece molto piacere di conoscere il giovine Tofanari 3, il quale mi pare abbia molto entusiasmo per l’arte. Se hai occasione di vedere, o di scrivere al Banti o qualche altro zuccone dell’epoca nostra, dagli un abbraccio da parte mia, che appartengo ai capiscuola dei Zucconi. Saluti dalla mamma della scrivente Rosalinda Costa per Lei e per la Signora e dal tuo affmo
Nino Costa
Marina di Pisa, 2.X.1902

(busta con francobollo e timbro recante indirizzo Illmo Signore/ Sig. Prof. Giovanni Fattori/ R. Istituto di Belle Arti/ Firenze; altra scritta, probabilmente di mano di Giovanni Fattori Ultima Lettera del caro/ amico GCosta).
1. Giovanni Fattori. Lettera scritta da Rosalinda Costa.
2. Si tratta senz'altro dell'opera omonima pubblicata in N.Costa, Quel che vidi e quel che intesi, a cura di G. Guerrazzi Costa, Milano 1927, tra pp.120-121.
3. Probabilmente lo scultore fiorentino Sirio Tofanari (1886-1969), che all'epoca aveva sedici anni.